domenica 6 dicembre 2009

Alcuni spunti sul No B.Day raccolti in rete



A proposito del No Berlusconi Day a cui abbiamo avuto il piacere di partecipare, segnaliamo queste parole di Vittorio Zambardino, giornalista di Repubblica ed esperto di comunicazione politica on line. Sono tratte dal suo articolo che trovate qui in versione integrale, nel quale analizza le modalità innovative e non che hanno reso possibile l’organizzazione e il successo del No B-Day. Analisi che condividiamo e da cui riteniamo ci sia molto da imparare per chiunque vuol provare a fare politica nell’era di facebook e i social network.

“Tutto comincia su Facebook, dove altro? C'era una volta - c'è ancora per la verità - la macchina della Cgil. Poi, in altre zone politiche, quelle che hanno organizzato il Family Day, le masse della presenza cattolica. E anche il Cavaliere, quando ha voluto, ha portato in piazza centinaia di migliaia di persone, poi diventate milioni nelle dichiarazione del dopo (avvertenza a tutti i naviganti di ogni colore: sono ormai in uso le tecnologie di calcolo delle folle sulla base di analisi computerizzate di immagini prese dall'alto: occhio alle polemiche sui numeri in piazza basate sulla "spannometria"). E insomma c'erano una volta le macchina "fisiche", "materiali" che portavano in piazza le grandi masse. Macchine verticali, dirette dall'alto. Roba ancora viva, ma superata. Signori, ecco a voi, la macchina orizzontale. Non virtuale, reale, vera, col cuore che pulsa nel social network. Perché l'onda della manifestazione del 5 dicembre comincia il 9 ottobre, su una pagina Facebook promossa da cinque persone. […].
A guardare tutto questo come da un elicottero, quello che colpisce, è proprio l'aspetto di estensione intenzionata politicamente ma non eterodiretta, in altri tempi si sarebbe detto "spontanea", se non fosse un aggettivo ingenuo. […].
Perché è chiaro che qui di spontaneo c'è il carattere tecnico dell'iniziativa, ma poi dentro le tecniche del web ci sono espressioni politiche. […].
In ogni caso è questo il vento della rete, che ha molto contribuito a portare Obama dove sta adesso, e che ha messo le ali alla gente del 5 dicembre. Certo non è tecnologia al potere. Le idee sono sempre quelle degli umani. La tecnologia è piattaforma abilitante. La politica fa il resto.”
Vittorio Zambardino su Repubblica

Poi ecco due filmati da youtube che testimoniano la creatività dal basso di chi ha partecipato e organizzato la manifestazione:

Un bello spot, semplice e con un’ottima colonna sonora


E un filmato della manifestazione ben girato che testimonia il clima di festa e di protesta civile e ironica


E vogliamo concludere con le considerazioni di Federico Mello sul blog del Fatto. Trovate l’articolo completo qui.
“[…] A casa, chi era in piazza, chi si farà raccontare il No Berlusconi Day da amici e conoscenti, si porterà una convinzione. Che si può fare. Senza troppe fanfare, e senza divismi, in questo paese, può ancora accadere che la società civile si organizzi da sola, pacificamente, riesca a reinventare la politica dal basso coinvolgendo i cittadini per ribadire l'importanza di concetti come moralità e onestà. Il tutto partendo da Internet, da Facebook. Uno strumento, solo uno strumento, che diventa formidabile nelle mani di chi vuole spendersi per cambiare le cose. Perchè l'ultima cosa da mettere nella cassetta degli attrezzi è questa: ieri abbiamo capito tutti che Silvio è rimasto all'età catodica.”
Federico Mello sul Fatto

Da entrambe le analisi emerge potentemente il ruolo di internet e i social network come spazi di organizzazione di iniziative e manifestazioni politiche che è possibile tradurre in iniziative concrete e reali, di uomini e donne in carne ed ossa. Spazi, quelli di internet e dei social network, che sono importanti per la democrazia, tanto più in Italia dove i media tradizionali sono troppo concentrati nelle mani di Berlusconi, appunto, con grave pregiudizio della libertà di stampa e informazione che sono elementi essenziali delle democrazie ben funzionanti.

Il No B-Day ci ha dato, meglio e una volta di più, la consapevolezza che organizzarsi è possibile, anche da noi, anche in Italia, dove internet non ha la diffusione che meriterebbe un paese avanzato.

Se come diceva Guy Debord dallo spettacolo non si esce, allora forse possiamo offrire uno spettacolo differente, uno spettacolo democratico, dal basso e più simile al No B-Day.

Si dice: impara l’arte e mettila da parte. Di questa esperienza speriamo di poter fare tesoro per il futuro e siamo ben contenti di aver potuto dare una mano e aver partecipato a un simile evento politico.

Ecco in ultimo un altro po’ di rassegna stampa: la Repubblica, il Corriere, l’Unità

1 commento:

  1. ciao, avevo postato alcuni video (il primo è un'intervista a marino...)pubblicati sul sito di rainews24 che ha seguito tutta la dretta (come rai 3 il primo maggio). ma nessuno degli altri tg l'ha comunicato. Neanche rai3 che anzi ha sviato su uno streaming danese la partecipazione.
    Mi sa che Corradino Mineo rischia il posto...
    Andate sulla mia pagina, adesso un pò più in basso. Insomma, non ho controllato ma credo ci saranno ancora e fate pubblicità a rainews24!corallina

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