sabato 23 gennaio 2010

Boccia, Vendola e le primarie in Puglia


Domani si tengono le primarie in Puglia ma anche a Biella e a Venezia. L’attenzione dei media e della politica italiana è però concentrata sulla Puglia dove si confrontano Francesco Boccia e Nichi Vendola come cinque anni fa, nel 2005.
Le primarie per il presidente della regione in Puglia rappresentano un banco di prova per il PD e per la nuova linea di alleanze voluta da Bersani e D’Alema.
I contendenti sono entrambi politici di valore e non vogliamo entrare nel merito di una realtà che conosciamo solo dalla stampa e dal web.
Vogliamo però sottolineare l’importanza della scelta di fare le primarie che sono previste dallo statuto del PD e danno ai cittadini la possibilità di scegliere direttamente col loro voto.
E dal momento che lo strumento primarie ci piace, ci auguriamo che il vincitore, chiunque sarà, abbia l’intelligenza e la forza per vincere poi le regionali contro il centrodestra. Cosa che testimonierebbe che le primarie non fanno perdere le elezioni, anzi.
Qui e qui trovate due interessanti articoli su come sono state costruite le campagne elettorali di Vendola e Boccia.
E poi riportiamo due analisi interessanti sulla situazione politica pugliese e nazionale: quella di Peppino Caldarola sul Riformista e quella del blogger Alessandro Tauro.
E che vinca il migliore!

mercoledì 6 gennaio 2010

Bersani, le alleanze vaste e le primarie che non si fanno più


Si avvicinano le regionali ed il PD entra in fibrillazione. Qui trovate l’ultimo bollettino aggiornato sulle candidature per le regionali regione per regione.
Vi segnaliamo anche il bell’articolo di Concita De Gregorio su Emma Bonino e Loretta Napoleoni che sono due eccellenti candidature in ogni caso. Lo trovate qui.
La De Gregorio svolgendo la sua analisi e le sue considerazioni, sottolinea anche che le primarie sono passate di moda.
Sinceramente cominciamo a temerlo anche noi e ce ne dispiace profondamente.
L’altra cosa che ci colpisce è questo correre appresso all’Udc a tutti i costi, a dispetto dei santi verrebbe da dire, ma noi qui ci limiteremo a scherzare con i fanti.
Intendiamoci. Sapevamo che il segretario Bersani aveva in mente un nuovo PD e un nuovo centrosinstra allargato e forse più spostato verso il centro. La cosa non ci sorprende. Affatto.
Ciò che ci lascia perplessi è questo cercare a tutti i costi le alleanze più ampie senza che sui giornali si senta una parola su programmi e piattaforme per le regionali.
Dalla lettura dei giornali sembra quasi che le alleanze vengano prima dei programmi. Come che la politica debba essere una sommatoria di sigle molte delle quali rischiano di essere vuote e poco rappresentative.
Ma come si fa a tener insieme una simile carovana?
E poi, permetteteci il dubbio, ma la gente che vota PD e centrosinistra, i nostri elettori e iscritti insomma, siamo sicuri che lo capiranno?
Noi ovviamente speriamo di sì e capiamo il momento importante rappresentato dalle regionali per la tenuta del PD stesso e per cercare di marcare un punto di ripartenza del centrosinistra in risposta a questo centrodestra che non fa nulla contro la crisi e per modernizzare il paese.
Lo capiamo bene e faremo tutta la nostra parte per rendere possibile una buona affermazione del PD e del centrosinistra con spirito di responsabilità.
Ciò nondimeno continueremo anche a spingere per avere un partito aperto e trasparente che faccia il miglior uso dei suoi strumenti già previsti e ben funzionanti: le primarie in primis ma anche i referendum tematici in secundis. Per dirne due.
Più d’uno ci ha detto che alle prime elezioni della storia gli uomini scelsero Barabba, a questa sfiducia nella persone e nel metodo democratico noi rispondiamo con le parole di quel sincero democratico che era Winston Churchill:
«È stato detto che la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate finora.»
Non male per il leader dei tories inglesi.
Continueremo a spingere e a impegnarci perché come abbiamo detto più volte noi non crediamo che il Partito Democratico, il nostro partito, possa aver paura dei suoi iscritti ed elettori, possa aver paura del metodo democratico, cioè della democrazia.