venerdì 6 novembre 2009

Lost in Pd

di Giuseppe Varini

Marco Damilano
Lost in Pd
Sperling & Kupfler 2009



[…]. È la presenza del Pd, la sua capacità di fare opposizione e di non accodarsi al governo, che permette al berlusconismo di definirsi ancora espressione di un sistema democratico e non di un regime. Non è scontata la presenza della sinistra in un Paese, così come non è data per sempre l’esistenza di un’opposizione. Anche l’opposizione può sparire, e non in conseguenza di un golpe militare o di una marcia fascista, ma per la pigrizia, l’ignavia, l’incapacità dei suoi partiti, dei suoi dirigenti, dei suoi intellettuali. Lasciando più soli i suoi militanti e quella parte di Italia che avrebbe avuto il dovere di rappresentare: paure, speranze, sogni. La voglia di cambiare nell’Italia del Cavaliere, che appare totalmente berlusconizzata ma anche stanca, vecchia, depressa, senza prospettive di futuro che non sia il lento e allegrissimo declino assicurato da Berlusconi. Il rivoluzionario, il sovversivo, l’eversore che in realtà è il Gran Conservatore, il tappo che tiene bloccata l’Italia ai suoi mali storici.
Per questo la crisi del Partito democratico riguarda anche chi non vota Pd, chi l’ha votato e non lo farà mai più, chi non lo voterà mai. È la crisi della rappresentanza e della politica in Italia. Per questo, dopo il disastro di questi mesi, dopo il rischio di scomparire, sarà necessario fondare un nuovo Partito democratico, un Pd2 in grado questa volta di incontrare davvero la rabbia e i desideri profondi che si muovono nella società italiana. […].

Marco Damilano


Marco Damilano è giornalista dell’Espresso e fine commentatore politico. Questo libro, che arriva fino alle europee e amministrative comprese, ripercorre le vicende e traversie del Pd dalla fondazione al 7 giugno 2009 appunto. Dopo come tutti sappiamo si è svolto il primo congresso del Pd che deve essere l’occasione del rilancio.
Damilano ricostruisce con precisione e acume i passaggi, gli errori, le sconfitte e le occasioni perdute che hanno costellato questi due anni. L’analisi è a volte impietosa ma sempre ben documentata e argomentata. Un’ottima lettura per ricordare o ricostruire come siamo arrivati fino a qui.
Domani c’è l’Assemblea nazionale e l’insediamento di Pier Luigi Bersani come segretario e nei prossimi giorni avremo modo di commentarne il discorso e le prime decisioni.
Da quel po’ che si è riusciti a capire sulla stampa l’attenzione dovrebbe essere rivolta al lavoro che è senz’altro un tema che in tempi di crisi economica agita la società italiana.

1 commento:

  1. Alla vigilia delle primarie ho avuto modo di parlare e raccogliere le impressioni di molti elettori di sinistra che non hanno mai votato e non hanno nessuna intenzione (almeno per il momento) di votare PD. Il motivo? La totale sfiducia in un partito da cui non si sentono rappresentati, lontano dalla vita reale dei cittadini e intento solo alla spartizione delle poltrone.
    I 3 milioni di persone che sono andate a votare lo scorso 25 ottobre hanno voluto dare una seconda occasione di riscatto al PD, "l'ultima chiamata" come l'ha definita Antonio Padellaro in un suo recente articolo, ma che questa volta sia, come dice giustamente Damilano, "un Pd2 in grado di incontrare davvero la rabbia e i desideri profondi che si muovono nella società italiana."
    Io lo spero!

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